Nobili, politici, studiosi, santi: orgoglio del territorio

Nel XIX secolo il Pianalto è stata la terra della “modernità politico-sociale” piemontese (e, dunque, italiana), perché è stata la terra dei “padri fondatori” dell’unità nazionale e la terra dei “santi sociali”:

I primi hanno realizzato il processo del Risorgimento (modernizzazione politica), i secondi hanno affrontato il problema dell’aggregazione del tessuto sociale in epoca di industrializzazione (modernizzazione sociale). Lo sforzo rivolto a creare un’identità del Pianalto deve dunque partire da queste due chiavi di lettura.

PADRI FONDATORI

La figura centrale è ovviamente Camillo Benso, conte di Cavour, di Isolabella e Santena (1810 - 1861) personalità poliedrica, dalla multiforme attività: imprenditore agricolo, diplomatico di respiro europeo, statista capace di progettare il futuro, laico senza essere anticattolico. Attorno a lui vanno però riscoperti e valorizzati personaggi a diverso titolo legati al Pianalto.

Prospero Balbo (1762-1837), chierese, ministro, presidente perpetuo dell’Accademia delle Scienze e della Regia Deputazione di Storia Patria; il figlio CESARE BALBO (1789-1853), presidente del Consiglio nel 1848, fondatore con Cavour de’ “Il Risorgimento”;

Famiglia Thaon di Revel di Sant' Andrea, legati a Ternavasso (di cui si può ammirare il castello rappresentato in una splendida litografia di Enrico Gonin) e Poirino, con i conti Giuseppe (1756-1820), primo comandante dei Reali Carabinieri, Ottavio (1803-1868), cofirmatario dello Statuto Albertino, Paolo (1856-1948), Grand’Ammiraglio della Grande Guerra consigliere e amico del re Vittorio Emanuele III.

Conti di Pralormo, tra cui Carlo Beraudo (1784-1855), diplomatico negoziatore della pace con l’Austria nel 1849, ed Emanuele (1887-1960), generale e cavaliere, vincitore a Parigi nel 1924 di una delle prime medaglie olimpiche italiane.

Meritano di essere ricordati: Luigi Marocco, noto come Frate Giacomo da Poirino (1808-1885), confessore di Cavour;  gli Alferi di Sostegno e i Visconti Venosta in stretta relazione con Camillo Cavour; Silvio Pellico, ospite spesso a Pecetto nella villa Talucchi-Pallavicini con l’attrice di teatro Teresa Bartolozzi “Gegia”

 

SANTI SOCIALI

La figura centrale è Giovanni Melchiorre Bosco, meglio noto come Don Bosco (1815-1888) di Castelnuovo, fondatore dei Salesiani, che da ragazzo frequentò le scuole a Chieri (nell'immagine un'antica stampa del Duomo di Chieri)

Giuseppe Benedetto Cottolengo (1756-1842), nato a Bra e morto a Chieri, fondatore della “Piccola casa della Divina Provvidenza” per assistere i malati indigenti:

Giuseppe Cafasso (1811-1860), originario di Castelnuovo, conosciuto come il “prete della forca” per l’assistenza fornita a condannati e carcerati:

Ugualmente importanti sono stati Giuseppe Allamano (1851-1926), anch’egli di Castelnuovo;  Monsignor Giuseppe Marello (1844-1895), cresciuto a San Martino a Alfieri, fondatore della congregazione degli Oblati di San Giuseppe; Domenico Savio (1842-1857), di Riva di Chieri, allievo preferito di Don Bosco; 

Accanto ai Santi Sociali originari del territorio, meritano di essere valorizzate altre due figure strettamente legate a Don Bosco: Leonardo Murialdo (1828-1900), fondatore del “Collegio degli Artigianelli”; Suor Maria Mazzarello fondatrice della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Conte Camillo Benso 

Camillo Benso è nato a Torino nel 1810, da una famiglia nobile. Studiò all'Accademia Militare e diventò Ufficiale del Genio. L'interesse verso la pubblica amministrazione lo portò a soli 22 anni ad essere Sindaco di Grinzane, nelle Langhe, ma non rinunciò a viaggiare in vari Paesi europei, che fortificarono in lui gli ideali risorgimentali. Pur affascinato dalla politica, dove ricoprì ruoli di primo piano, nutrì forti interessi verso l'imprenditoria e la cultura.

Camillo Benso, conte di Cavour, di Isolabella e Santena, è una figura centrale del XIX secolo, che la storiografia dell’ultimo ventennio sta indagando e rivalutando nel carattere multiforme della sua attività: imprenditore agricolo, diplomatico di respiro europeo, statista capace di progettare il futuro, laico senza essere anticattolico.

Giuseppe Thaon di Revel

Giuseppe Thaon di Revel, discendente di una nobile famiglia, è nato nel 1756 a Nizza  intraprese da giovanissimo una brillante carriera militare. A 40 anni diventa brigadier generale della fanteria e comanda la piazza di Torino durante le insurrezioni e nel 1797, venendo poi promosso maggiore generale

Nel giugno 1814 è nominato governatore della città di Torino con il controllo sulla cittadella e sulla provincia; ad agosto diventa il primo comandante generale del neonato Corpo dei Carabinieri.

San Giovanni Bosco

San Giovanni Bosco è nato nella frazione collinare I Becchi di Castelnuovo d'Asti nel 1815 da una umile famiglia contadina. Rimasto orfano del padre Francesco quando aveva solo 2 anni, fu allevato, insieme ai fratelli, con enormi difficoltà da mamma Margherita. A 12 anni andò garzone in una cascina di Moncucco Torinese e dopo varie peripezie entrò in Seminario a Chieri. A 26 anni fu ordinato sacerdote a Torino. Da quel momento iniziò la sua missione apostolica, che lo ha portato a fondare la congregazione dei Salesiani, basata sull'orientamento pedagogico di istruire i figli delle classi più umili per trasformarli non solo in cattolici osservanti, ma in “cittadini” consapevoli dei propri doveri e diritti.